Alimentazione

Alimentazione crudista: pro e contro

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L'alimentazione crudista, e qui parleremo di crudismo vegano, è un regime alimentare in cui si consumano alimenti non cotti al fine di preservarne interamente le caratteristiche nutrizionali. La temperatura massima a cui vengono sottoposti gli alimenti è di 115 gradi Farenheit, ovvero circa 46 °C, poiché oltre queste temperature gli alimenti perdono grandissima parte delle loro qualità nutrizionali, enzimi e vitamine. Il fine è proprio quello di mangiare alimenti vivi: si parla di frutta, verdura, noci e semi oleosi. Non si usano pentole e padelle, ma sono molto utilizzati frullatori, essiccatori, germogliatori. Le tecniche per "alterare" gli alimenti e permetterne un maggiore utilizzo in termini culinari sono appunto l'essiccazione, la fermentazione e la marinatura. Sicuramente è un tipo di alimentazione molto particolare e, se abbracciata completamente, drastica: vediamo quali sono i pro e i contro, per fare un po' di chiarezza.

PRO

Questo tipo di alimentazione consente di apportare all'interno del nostro corpo un bassissimo contenuto di tossine e, al contrario, un elevato apporto di antiossidanti. La pelle è l'organo che consente l'eliminazione di tossine, attraverso i pori. Grazie a una dieta vegana e crudista il corpo ha meno tossine da eliminare, perciò i vasi sanguigni rimangono più puliti e la pelle risulterà più morbida e radiosa. Il colore della pelle e la sua luminosità sono intimamente connessi alla salute del corpo: un corpo più pulito all’interno lo è anche all’esterno!

Il corpo non deve costantemente impiegare la sua energia nella digestione di cibi pesanti e nell’eliminazione di una quantità eccessiva di tossine esogene (provenienti da fattori esterni al corpo umano). Frutta e verdura fresca, mangiati nel loro intero, da soli o in buona combinazione alimentare, sono gli alimenti più facilmente digeribili per il corpo umano. Questo significa che è comune percepire un'enorme carica di energia.

Le pareti dell’intestino possono indurirsi (diventare meno permeabili) quando si mantengono cattive abitudini alimentari e si consumano condimenti pesanti, sale e spezie forti per molti anni. Questo processo (l’indurimento) protegge il corpo dal cibo tossico, ma allo stesso tempo rende ancora più difficile l'assimilazione di sostanze nutritive essenziali. L’uso parsimonioso dei condimenti e delle spezie forti, particolare di una dieta vegana, crudista e igienista, non indurisce il sistema, non provoca muco e agevola invece il processo digestivo, migliorando l’assorbimento delle sostanze nutritive e la flora batterica intestinale. Otterrete così maggiore nutrizione dal cibo che ingerite!

La dieta crudista permette di limitare drasticamente l'uso di gas e corrente elettrica. Inoltre, la dieta vegana in generale contribuisce alla diminuzione dell'emissione di CO2, in gran parte causata dagli allevamenti animali.

Se si riscontra una certa debolezza dell'apparato digerente o si ha un rapporto conflittuale con il cibo (disturbi come anoressia o bulimia), questo tipo di alimentazione consente un riavvicinamento al cibo in modo sano e naturale, limitando i sensi di colpa spesso connessi al cibo poco salutare.

CONTRO

Nell'intraprendere la scelta crudista ci vuole gradualità: il corpo, soprattutto all'inizio, potrebbe avvertire qualche fastidio dovuto a questa transizione. Se si ha la tendenza a soffrire di colite è bene seguire la dieta crudista con cautela, dal momento che si prevede un largo consumo di frutta e verdura di stagione. In ogni caso, MAI intraprendere questa scelta senza prima essersi bene informati e aver parlato con un medico specialista.

Dal punto di vista igienico, la dieta crudista potrebbe generare problemi se si fa poca attenzione. La presenza di parassiti, delle muffe e dei batteri negli alimenti è un'incognita da non sottovalutare, per questo è consigliabile consumare crudi solo alimenti freschissimi e di cui si conosce la provenienza.

Il crudismo vegano è consigliabile per brevi periodi, ma nel lungo termine diventa una scelta complicata da mantenere in quanto rende difficile il raggiungimento di un corretto bilancio proteico.

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